Mi sono imbattuto in un filmatino simpatico e significativo e, come docente, ho cominciato a pormi delle domande (non che abbia trovato delle risposte, però).
Un nativo digitale non ha percezione dei processi analogici di realizzazione di una fotografia, dei tempi e dei costi. Come non potrebbe essere un bulimico fotograficamente parlando? Ha senso provare ancora a far passare l’assioma del” 6 su 36″ (sei foto buone su un rullino da 36) e che TANTE FOTO = TANTISSIMA FUFFA? Tanto non costano niente e quindi è più facile non pensare e scattare che fermarsi a ragionare prima di premere il bottone.
Queste immagini sono nella stragrande maggioranza fruite nel breve lasso di un post/tweet e poi dimenticate: che ciclo di vita ha una fotografia normale? Io le mie foto me le ricordo tutte ma se riporti 11000 foto dalle vacanze quante di queste hanno davvero un senso (tranne che per le logiche dei social network?) ed hanno un futuro anche solo a livello delle cerchie parentali/amicali?
La fruizione dell’immagine avviene solo su uno schermo: ha senso (e se si come) far comprendere il divario tra una foto fruita stampata (bene) ed una fruita sul monitor di un cellulare?
Guardatevi il video: https://www.youtube.com/watch?v=DDtWxURLlPk